Fotografo e Fotografa

LucioAnneoSeneca1989
00mercoledì 14 ottobre 2009 00:28
Fratello per modello...

L'estate in cui mi diplomai, io e mamma ci trasferimmo a Santa barbara dallo Iowa così da permetterle di trovare un lavoro migliore. Ci sistemammo giusto in tempo perché mi iscrivessi al college. Avevo 18 anni. Feci subito molte amicizie soprattutto tra i ragazzi. Di ragazze ce n'erano molte ma non ebbi alcuna occasione con loro nei primi mesi. Nel secondo semestre il consiglio accademico decise di farmi frequentare un corso di fotografia in quanto tra tutti quelli proposti sembrava il più comodo. In effetti mi allenavo moltissimo nella squadra di pallacanestro e il tempo da dedicare alle altre attività era ridotto al minimo. Così mi registrai per "composizione fotografica". Il professor Levy, l'insegnante, era un tipo molto simpatico: sembrava un reduce della comunità hippy degli anni '60. Diceva che gli piaceva insegnare perché gli studenti lo aiutavano a rimanere giovane. era una persona molto brillante ma scoprimmo subito che il suo corso sarebbe stato tutt'altro che leggero. la prima lezione si basava sugli oggetti della fotografia e sull'importanza delle emozioni a scapito della tecnica. Il primo compito che ci diede fu di scattare 240 ritratti di gente comune al lavoro. L'oggetto non aveva nulla di artistico, bisognava solo catturare la realtà che stavano vivendo. Ci disse che chi avrebbe fallito questa prima prova aveva già fallito il corso. Solo 13 dei 37 studenti iniziali tornarono in classe due giorni dopo. Levy era palesemente felice: ora sapeva di avere un gruppo di fotografi affidabili. Quando portai i miei lavori non mi aspettavo complimenti o strette di mano ma finirono con l'essere i più apprezzati insieme ai lavori di Dianne Chu una graziosa cino-americana che si era fatta aiutare da suo fratello, un poliziotto di S. Barbara. Per il secondo incarico il Professor Levy ci diede 20 giorni di tempo perché sapeva che stavolta occorreva pianificare il lavoro. Il compito era di fotografare una o più persone di sesso opposto nude. Di nuovo 240 ritratti. Ma c'era dell'altro: le foto devono essere tutte della stessa persona o gruppo, quindi era assolutamente proibito infilarsi in una colonia di nudisti e fotografare a caso 240 persone diverse. La seconda regola era niente genitali perché l'obiettivo non era il sesso ma l'umanità spogliata della sua protezione. Terzo, vietato fotografarsi a vicenda. Per quelli che potevano permetterselo, Levy consigliò dei modelli professionisti, ma solo come ultima spiaggia.

Il giorno dopo era venerdì. In classe parlai con Dianne Chu, la graziosa ragazza cino-americana. Eravamo ormai amici e ci scambiavamo consigli sulle tecniche fotografiche così discutemmo anche sulle nostre prime esperienze sul campo. Entrambi poi avremmo dovuto sviluppare le nostre foto così ci mettemmo d'accordo per incontrarci alle 7 del pomeriggio alla camera oscura della scuola. Appena lasciata la classe, Dianne mi chiese di fare due passi insieme.

"Kyle, tu mi piaci e non voglio darti un'impressione sbagliata. Stiamo andando a sviluppare dei ritratti di nudo e non voglio che questo ci porti a fare delle sciocchezze. Io sono lesbica e sono felice di esserlo. Vorrei che rimanesse un segreto tra me e te se è possibile. Non mi va che tutta l'università parli di me, capisci? Vorrei che la mia vita privata rimanesse tale... quindi se stasera non volessi venire con me non ti biasimerò di certo."

Rimasi molto sorpreso ma in fondo a me stava benissimo così. Avremmo potuto collaborare senza alcuna distrazione e quando lo dissi a Dianne ne fu molto felice. Ci reincontrammo alle 7 alla camera oscura e cominciammo a lavorare. La sala era molto capiente e c'erano probabilmente almeno un'altra dozzina di persone ad usarla. Quasi tutte però sviluppavano pellicola a colori così avevamo un'area per il bianco e nero tutta per noi. Io avevo solo un rullino da sviluppare ma Dianne ne aveva due. Li sviluppammo rapidamente poi passammo all hand-printing. Il modello nudo di Dianne era suo fratello Dan Chu, un ragazzo davvero bello. Mi complimentai con Dianne per la sua scelta e le chiesi come si era sentita nel vedere suo fratello nudo.

"Oh, per me è stato normale e anche per lui nonostante la presenza della sua ragazza. Voleva per forza essere presente e guardarlo nudo e questo non faceva che eccitare Dan. Era piuttosto difficile dissimulare la sua... la sua erezione" Dianne rise al ricordo di quella buffa situazione.

Quando finimmo di stampare le foto ci rendemmo conto che c'era qualcosa di negativo ad accomunare i lavori miei e di quella ragazza, come fossero troppo rigidi. Quando demmo un'occhiata al secondo rullino di Dianne ci rendemmo finalmente conto di dove fosse l'errore. Le pose erano assolutamente naturali e alcune anche umoristiche. Dianne ammise che quegli scatti erano quasi casuali e per niente preparati a tavolino. Stavano semplicemente scherzando. Nelle ultime foto appariva anche la ragazza di Dan, una certa Sherry che era molto più che una donna, era una bomba sexy senza mezze misure. Le differenze dalle altre immagini era un acceso effetto flou - un po' alla playboy - e la scarsa applicazione delle restrizioni del dottor Levy. Qui c'era spesso il pene di Dan in bella vista senza censura. C'erano Dan e Sherry che si baciavano mentre lui le accarezzava il seno da sopra la maglietta e anche una di lei che accarezzava il cazzo di Dan. Con quei ritratti capimmo che per aggirare la naturale rigidezza dei nostri ritratti dovevamo far ricorso all'umorismo e all'eros. Dianne e io fummo d'accordo a scambiarci alcune delle foto migliori con la promessa che non le avremmo mostrate a nessuno tranne ai nostri rispettivi modelli. Presi otto foto di Dianne di cui quattro con Dan e Sherry e lei ne prese sei delle mie.

Buona Lettura !!!

Saluti...
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