Scintille di Passione

LucioAnneoSeneca1989
00venerdì 8 gennaio 2010 17:49
Esperienza Estiva

Senza vestirmi, mi sedetti al tavolo aprendo il portatile. Lo schermo si illuminò sul panorama di un ghiacciaio d’alta montagna.

Fu la sola cosa che riuscii a fare, stremato com’ero dal pomeriggio di fuoco. Le idee erano svanite, i miei pensieri erano fissi su quel culetto tondo e sulle labbra rosse di Eli.

Feci una doccia tiepida e mi vestii senza fretta. Mangiai qualcosa servendomi direttamente dal frigorifero e poi sedetti in poltrona. In pochi minuti mi addormentai senza nemmeno accorgermene.

Al mio risveglio, la stanza era piombata nel buio. Mi alzai, accesi la luce e detti uno sguardo alla radiosveglia sul comodino. Le dieci. Non avevo voglia di lavorare, tantomeno di andare a dormire nel mio letto.

Pensai a Eli, che sicuramente mi aspettava alla festa. “Ma si.. vado a vedere. Magari c’è da divertirsi.”

Uscii dirigendomi verso l’indirizzo che mi aveva lasciato.

Una grande casa bianca, circondata da alte siepi ed un giardino perfettamente curato erano la mia destinazione. Suonai al cancello e si accese la luce del videocitofono.

“Ciao, Martino!” disse una voce nel frastuono di altre cento voci.

La serratura elettrica scattò e mi trovai nel parco della villa. Salii a piedi verso la luce che vedevo in cima ad una collina sulla quale era adagiata la grande casa. Guidato dalle voci, girai intorno al palazzo e mi trovai in mezzo a decine di ragazzi e ragazze, tutti in costume da bagno, che correvano intorno ad una piscina dall’acqua azzurra. Qualcuno si tuffava, altri ne uscivano gocciolanti.

La brunetta padrona di casa mi venne incontro, con un sorriso scintillante. Indossava un bikini minuscolo bianco, quasi trasparente.

“Benvenuto! Sono contenta che tu sia venuto!” mi allungò la mano e la strinsi per salutarla. Approfittò della stretta per avvicinarsi a me e baciarmi sulle guance.

“Sono un po’ in ritardo, ma … mi sono addormentato!”

“Eli mi ha raccontato… “

“Spero non tutto…”

“Tutto, tutto!” disse con un sorrisetto malizioso.

“E’ qui anche lei?”

“Si… purtroppo” sospirò con una smorfia.

“Martyyyy!” gridò Eli dall’altro capo della piscina.

In pochi balzi mi fu accanto e mi abbracciò baciandomi sulla bocca.

“Sei venuto! Bravo, ci speravo, sai?”

“Non ho combinato niente. Mi hai succhiato anche tutte le idee! Ridammele subito!” le intimai, incollando le mie labbra alle sue.

“Vi lascio soli. Vieni poi al buffet. C’è da mangiare finché ne vuoi.” Disse Marina allontanandosi. Mi accorsi che, dopo essere scivolata alle spalle di Eli, la ragazza mi lanciò uno sguardo assassino, mandandomi un bacio.

“Lasciala perdere, quella lì. E’ una mangiauomini.” Disse Eli lapidaria.

“Ho già la mia mangiauomini, io!” risposi ridendo.

Andammo al buffet dove presi un panino e mi versai una bibita. Eli era sempre al mio fianco e si strigeva a me.

“Vieni a fare il bagno?” mi chiese quando finii di mangiare.

“Non ho il costume”

“Pensi che sia un problema? Puoi fare il bagno senza costume, o puoi prenderne uno da quel cassone.”

“Meglio che non dia scandalo. Ne prendo uno. Vuoi sceglierlo tu?”

“Vieni, dai.” Mi accompagnò al contenitore dove c’erano decine di costumi di tutti i colori e fogge.

“Metti questo.. è piccolo.. mi eccita la fantasia!” disse Eli con tono furbetto.

“Dove vado?”

“Vieni. Qui c’è una stanzetta. Intanto spogliati e mettilo. Io ti aspetto in piscina.” Disse Eli allontanandosi.

Entrai nel piccolo locale e tirai una tendina che mi riparava dagli sguardi. Mi slacciai la camicia e la appesi sull’unico attaccapanni rimasto libero. Poi calai i pantaloni restando completamente nudo. Sentivo uno sguardo su di me, ma non sapevo da dove provenisse.

“Scusa, pensavo non ci fosse nessuno” flautò Marina, che si era appiattita sul muro accanto alla tenda.

“Non mi ero accorto che fossi qui.” Risposi senza coprirmi.

Gli occhi della ragazza erano puntati sul mio sesso e non si decideva ad andarsene.

“Ehm.. io mi sto cambiando!” protestai debolmente.

“Bene. Pensi che non abbia mai visto un uomo nudo?”

“Penso di si.”

“Ma non come te”

“Cosa ho di strano?”

“Quello è strano” disse puntando il dito verso il mio uccello.

“E’ circonciso. Te ne ha parlato Eli?”

“Si.. ero curiosa di vederlo.”

“Curiosità soddisfatta. Adesso, se non ti spiace..”

“Vado, vado!” sbuffò Marina, scivolando lungo il muro fino alla tenda.

“Cosa stai facendo qui?” sentii Eli che alzava la voce con la brunetta.

“Sono entrata per sbaglio” rispose la ragazza.

“Sbaglio? Ma che strano!”

“Lo sai che è bellissimo il suo pisello?”

“Non sono affari tuoi! Quello è mio!” protestò vivacemente Eli.

“Io sono mio!” sentenziai dal mio rifugio.

Indossai il mini costume, molto preoccupato perché non riusciva a contenere tutti i miei attributi, poi uscii allo scoperto e mi diressi verso Eli che mi aspettava.

“Che stronza! Se la lascio fare, prima di sera quella con te ci prova!”

“Bisogna vedere se io ci sto!” la tranquillizzai.

Mi tuffai nell’acqua tiepida della piscina, seguito da Eli che nuotava velocemente dietro di me.

Nuotai verso un gruppo di ragazzi che conversava ai bordi della vasca e poi mi allontanai con quattro bracciate vigorose. Eli in pochi istanti mi raggiunse e mi abbracciò nell’acqua alta.

“Ho voglia di te!” mi sussurrò in un orecchio.

“Qui? Davanti a tutti?”

“Perché no? Lo fanno tutti!”

“Ma dai.. sono ragazzini!”

“Qualcuno è più grande!”

Sentii le mani di Eli che raggiungevano il mio cazzo e cominciavano a strofinare la stoffa che lo conteneva a fatica.

Mi strinse a sé e mi baciò con passione.

Poco lontano, vidi Marina che ci guardava sorridendo. Era posizionata ancora una volta alle spalle di Eli, e il suo atteggiamento era decisamente provocatorio.

Il suo costume bianco era diventato completamente trasparente, e nell’acqua azzurra potevo vedere i capezzoli scuri tirare la stoffa del piccolo reggiseno del costume.

Non contenta, si appoggiò al bordo della piscina e fece scivolare una mano sul corpo, fino a raggiungere lo slip del costume. Mi voltai, continuando a baciare Eli che nel frattempo era riuscita a far liberare il mio uccello dalla stoffa ed ora mi stava dolcemente masturbando.

Con la coda dell’occhio vidi Marina che si immergeva e nuotava sott’acqua fin quasi a toccarci. Eli non si era accorta di nulla, ma la brunetta era a pochi centimetri dalla sua mano che scivolava sul mio cazzo ormai in erezione.

Mi girai nuovamente, per evitare l’incontro, mettendo Eli in condizioni di vedere la sua amica, ma lei non se ne accorse. Aveva gli occhi chiusi e continuava il suo lavoro con molta dedizione.

Nel frattempo Marina era uscita dall’acqua. Il suo corpo morbido e bellissimo si muoveva con grazia e sicuramente con l’intenzione di attirare la mia attenzione. La brunetta si fiondò nel gruppo dei maschi e ne prese uno per mano. Si voltò verso di me e con uno sguardo provocatorio, si avvicinò al ragazzo e lo baciò senza esitare. Si incollò a lui, con la bocca avida di baci e le mani che accarezzavano tutto il corpo.

Eli mi lavorava sott’acqua e la mia reazione era ancora tiepida, sia perché ero distratto dal movimento di Marina, che faceva di tutto per provocarmi, ma anche per la temperatura che certo non favoriva un’erezione con i fiocchi.

La brunetta spinse il suo amico in acqua e lo seguì provocando alti spruzzi.

“Ehi…attenti!” disse Eli, staccandosi per un istante dalla mia bocca.

Marina raggiunse il maschietto al bordo della piscina e si avvicinò a noi. Lo inchiodò con le spalle alle piastrelle azzurre e si mise a cavalcioni del suo corpo, baciandolo profondamente. Ogni tanto voltava la testa verso di me, sorridendo.

Vidi distintamente che abbassava il costume del ragazzo che, sorpreso, lasciava fare chiudendo gli occhi. Nell’acqua potevo vedere il cazzetto del biondino che sotto le mani indaffarate di Marina prendeva vigore. Lei si muoveva, carezzava, tirava…tutto guardandomi negli occhi.

Sentivo che l’erezione diventava più vigorosa. Eli stringeva, strofinava, poi si faceva carezzare tra le gambe dal mio arnese che soffriva al contatto con la ruvida stoffa del costume.

Marina intanto aveva iniziato il lento lavorio, ma non contenta del risultato, si era immersa e dal pelo dell’acqua potevo vederla mentre in apnea baciava il piccolo cazzo diventato rigido.

Emerse con un profondo respiro guardandomi ancora. Mi strizzò l’occhio. Il ragazzo, con la bocca aperta, si era goduto quel veloce contatto ed ormai voleva andare avanti. Prese Marina, la strinse a sé ma lei si divincolò. Il biondo fu rapido nell’agguantare lo slip della ragazza, facendolo scivolare per qualche centimetro. Questo fu sufficiente per farmi contemplare il culo tondo e magnifico di Marina che invece di coprirsi, si voltò verso di me mostrandomi anche la folta peluria che nascondeva il suo nido del piacere.

Eli era soddisfatta della mia erezione ed aveva scostato il costume per sentire il contatto del glande sulle labbra della vagina.

Marina si ricompose, sempre guardandomi negli occhi. Il ragazzo, ora con gli occhi spalancati ed il cazzetto in tiro, cercava di attirarla a sé, ma lei fu veloce e guizzò velocemente verso di noi. Per evitare uno scontro tra le ragazze, mi staccai da Eli e cercai di nuotare lontano, per tentare di far rientrare tutta l’artiglieria nel minuscolo slip, maledicendo dentro di me la decisione di aver accettato un costume così piccolo.

Emersi dall’acqua dalla parte opposta della piscina, dove non c’erano i ragazzi. Salii la scaletta e mi sedetti sul bordo. Eli mi raggiunse e mi prese per mano.

“Cosa ti succede?”

“Mi imbarazza un po’”

“Strano, avrei detto che sei un tipo da orge!”

“Orge, magari…ma con tutti gli altri nelle stesse condizioni. Io sono il solo con il pisello al vento!”

“Aspetta e vedrai. Tra poco anche qualcun altro si apparterà. Non saremo i soli.”

“Bevi qualcosa? Io prenderei due dita di qualcosa di alcolico. Tanto per scaldarmi.”

“Hai freddo?”

“Beh.. sono tutto bagnato!”

“Vieni, ti asciugo.”

Mi prese per mano e mi condusse in un locale che si trovava dietro la casa. Era una stanza ampia, con due letti grandi ed una porta-finestra che si apriva sul lato del giardino. Prese un accappatoio da una pila di asciugamani appoggiati su di una mensola di marmo ed iniziò a strofinarmi.

“Questo , però, bisogna toglierlo!” Disse sfilando il costume e lasciandomi completamente nudo.

La stanza era in penombra e nessuno passava dal giardino accanto. C’era una porta che dava all’interno e diedi un’occhiata. Era una stanza molto simile alla nostra, debolmente illuminata dalla luce che proveniva dal giardino.

Buona Lettura !!!

Saluti...
flickRM
00sabato 9 gennaio 2010 13:22
Bello
Sembra che si inserisca in una serie, aspettiamo fiduciosi tutto lo sviluppo!!
[SM=g27988]
rosso.mi
00domenica 10 gennaio 2010 01:05
bellissimo racconto..aspettiamo la continuazione
(-:
LucioAnneoSeneca1989
00lunedì 11 gennaio 2010 22:04
Qui la Continuazione...

Non sarebbe per nulla C.f.n.m ;-)

Saluti...
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